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Anche quest’anno il Natale è arrivato per la gioia dei più piccoli. Il Natale è la festa forse più amata al mondo, ed è anche una imperdibile opportunità di business poiché si sa che a Natale siamo tutti più buoni e soprattutto più propensi all’acquisto, se non solo per riempire di doni parenti e amici.

Il Natale arriva anche sui social network e ogni impresa deve prepararsi per il tanto atteso evento con una strategia di marketing forte ed efficace. I consigli da seguire sono tanti ma qui ne citeremo solo 5, quelli che riteniamo tra i più interessanti.

  • Immergetevi completamente nello spirito del Natale

Non importa quanto non amiate questa festa, o non la sentiate vostra, per un’azienda ciò che conta è immergersi completamente nello spirito natalizio. Modificate il vostro sito web, il vostro facebook e il vostro twitter con uno sfondo natalizio e una grafica festosa, Oppure azzardatevi a cambiare lo slogan del vostro brand per abbinarlo alle festività natalizie. Questi piccoli accorgimenti sono molto amati dai consumatori.

  • Pubblicate il “dietro le quinte”

Non dovete mai aver paura di mostrare la vostra cultura aziendale. La trasparenza è il miglior modo per comunicare con il consumatore, dunque umanizzate il vostro marchio con foto dei colleghi o degli addobbi in azienda. Agli utenti piace conoscere chi c’è dietro un marchio, e ciò aiuta la loro fidelizzazione al brand.

  • Non limitatevi alle offerte

Le offerte sono ottimi strumenti di marketing: a chi non piace poter ottenere più di quanto speso? Ma le offerte non sono tutto. E’ statisticamente provato che un utente è più propenso ad acquistare prodotti di un determinato brand dopo averlo seguito online. Perciò le offerte saranno anche importanti, ma ancora di più è coinvolgere il consumatore prima che questo acquisti. Come coinvolgere gli utenti? Concorsi e lotterie sono degli ottimi espedienti soprattutto in periodo natalizio.

  • Fate divertire gli utenti

Condividete curiosità o storie sul Natale, oppure chiedete all’utente di condividere le sue, o ancora fornite consigli su come rendere le loro vacanze memorabili. In questo modo potrete vedere come il rapporto con la vostra clientela si rafforzerà rapidamente e ciò presto si convertirà non solo in una vendita per questo Natale, ma per tanti altri che verranno.

  • Monitorate le vostre attività

Qualsiasi azione si svolga, una regola vale sempre: monitorare la propria strategia. Un buon monitoraggio, attento e minuzioso, aiuta a capire cosa ha avuto successo e cosa no. L’offerta era allettante? La quantità di giorni era eccessiva? Il messaggio ha funzionato?

Che dire? Il Natale è ormai alle porte, speriamo che Babbo Natale quest’anno ci lasci sotto l’albero un’ottima strategia di social media marketing.

Se vi interessa approfondire l’argomento e scoprire le tecniche più appropriate di social media strategy da adottare, partecipate al nostro corso di social media content marketing.

Buon Natale a tutti!

I social network, attualmente, dominano la vita della maggior parte della popolazione. Ognuno di noi possiede un account su almeno un social e vi accede più volte al giorno. Secondo le statistiche il network più utilizzato soprattutto in Occidente è Facebook, ma anche Twitter ha la sua buona fetta di utenti. Quali sono le peculiarità di questi due colossi? Quando conviene puntare più sull’uno o più sull’altro nell’ambito del proprio business?

Analizziamo le peculiarità e le differenze dei due social network in termini di utenti attivi, di conversione, di dati demografici e così via…

Facebook e twitter: differenze

La prima differenza che salta all’occhio è che facebook predilige i dettagli e le informazioni, twitter la sinteticità e la semplicità. Questo porta alla realizzazione di strategie di comunicazione diametricalmente opposte sui due social. Su facebook si punterà sulle immagini, sui video, sul raccontare il brand, mentre su twitter ci si dedicherà maggiormente a comunicati “ansa” con adeguata scelta degli hashtag.

Facebook e twitter: utenti attivi mensili

la seconda importante differenza è sta nel numero di utenti attivi ogni mese. Facebook ne registra circa 1.23 mld, mentre twitter 232 mln. La differenza in questo caso è sostanziale, non si può negare che facebook sia molto più diffuso e questo può indurre un’impresa a scegliere di creare un account su questo social piuttosto che su twitter.

Facebook e twitter: tasso di conversione

Converte più facebook o twitter? Forse questa è una delle domande che chiunque lavori nel settore si è posto almeno una volta. Ebbene, in questo caso i due social sono pressoché alla pari. Circa il 70% dei fan della pagina ufficiale su facebook e dei seguaci dell’account twitter sono disposti ad effettuare alemno un acquisto  presso il marchio in questione  trasformandosi in clienti effettivi. Dunque non è vero che Facebook non converte, ma ancora di più non è vero che twitter converte ancora meno.

Facebook e twitter: età e sesso degli utenti

Se i due social sono molto distanti per numero di utenti, sono invece molto simili per quanto concerne il sesso degli stessi. La maggior parte degli utenti di facebook e di twitter sono infatti donne in entrambi i casi, anche se in percentuale leggermente superiore per twitter. Dunque cosa possiamo dedurre? Che un marchio di abbigliaamento femminile o accessori per cucine o di tutto ciò che vede nelle donne il proprio target principale, non deve sottovalutare la potenzialità di twitter.

Per quanto riguarda invece l’età, gli utenti sembrano essere leggermente più adulti su facebook (dai 30 ai 50 anni) e più giovani su twitter, questo significa che se il nostro target è costituito da uomini intorno ai 45/50 anni allora twitter potrebbe non essere un canale particolarmente adatto. Ciò non vieta di creare un account su questo social ma bisogna tener a mente che sarà bene non utilizzarlo come canale di comunicazione principale.

Facebook e twitter: interazione

Anche il tipo di interazione tra i due social diverge in diversi punti. Su Facebook si crea molta più interazione con le domande, cosa che non accade su twitter, e mentre sul primo funzionano meglio le foto, sul secondo è preferibile puntare sui link esterni che ricevono una quantità di click 6 volte superiore a quella riscontrabile su facebook.

Facebook e twitter: efficacia del social media marketing

Se facebook e twitter registrano lo stesso potenziale di vendita, è pur vero che una strategia di social media marketing sembra essere più efficace sul primo che non sul secondo. Infatti la percentuale di vendite effettive generate su facebook sono leggermente superiori a quelle generate su twitter, probabilmente a causa del format molto più rapido di questo social, dove una notizia diventa già vecchia dopo qualche minuto.

Facebook o Twitter? Conclusioni

In definitiva potremmo dire che in linea di massima facebook si presta bene per:

  • promozione di prodotti
  • comunità e gruppi di interessi
  • giornali
  • politica
  • aziende locali

Twitter dal canto suo sarà scelto per:

  • scienza e tecnologia
  • informazioni e notizie
  • attività sportive
  • politica (ben si presta ad entrambi i social)
  • personaggi famosi (ben seguiti tuttavia anche su facebook)

Gennaro Guida , Ceo Estensa, Sabato 13/12/2014 ha relazionato sui processi di INTERNAZIONALIZZAZIONE DIGITALE al tavolo di discussione “Made in Sud” durante l’evento http://officina.campaniainsieme.it presso il Museo Pietrarsa a Portici (Na).
Il tavolo Made in Sud, uno dei temi principali della manifestazione, ha avuto oggi una maggioranza di esperti del settore agricoltura e vitivinicolo che hanno tutti espresso un parere comune : nella nostra Regione è evidente un grave deficit nel campo della Comunicazione a supporto di tutte le produzioni primarie e di prodotti di eccellenza della Campania.
Il parere del direttore generale di Estensa si è concentrato sulla valenza degli strumenti strategici utili alla ripresa ed alla “riconquista” dei mercati, il nuovo modo di comunicare e le strategie che adoperano le tecnologie web partendo dallo studio approfondito dei casi di successo.
Il coinvolgimento di questi nuovi mezzi a supporto dello sviluppo “commerciale” delle nostre produzioni locali chiede però la conoscenza e l’applicazione concreta delle logiche di impresa “internazionale” indispensabili  per affrontare queste sfide :
– La formazione all’utilizzo delle nuove tecnologie web
– La conoscenza dei territori, del pricing e delle regole dei mercati esteri in cui si vuole trovare uno sbocco commerciale
– La conoscenza delle lingue, ovviamente inglese in primis, e l’integrazione graduale di interpreti in azienda
– Il coinvolgimento dei giovani come propellente allo sviluppo ed all’utilizzo delle nuove tecnologie
– La presenza nelle fiere nazionali ed internazionali
– La conoscenza delle strategie di Lead Generation internazionale
– La corretta applicazione delle logiche di commercio elettronico b2b
– La capacità di analisi dei dati
Inoltre il tavolo di discussione sui temi dello sviluppo dei prodotti “made in campania”  e della produzione locale richiedeva di esprimere attività propositive alla futura Regione Campania ,ed è stata espressa l’idea di creare centri di competenza nei singoli territori, centri di competenza che conoscano il territorio e siano CAPACI di aiutare concretamente nella programmazione della produzione, delle azioni di marketing e dello sviluppo delle vendite, centri di competenza composti da uomini e donne qualificati, che provengano da casi di successo e  che possano dare un vero contributo allo sviluppo con alle spalle la forza e gli investimenti della Regione Campania.
Inoltre per la diffusione e la conoscenza delle nostre tipicità e produzioni di eccellenza, sempre secondo il modesto parere di Gennaro Guida, sarebbe utile valutare da parte della futura Regione Campania la presenza stabile nei principali paesi esteri di centri di divulgazione delle ns. produzioni agroalimentari,vitivinicole ed artigianali , centri che protrebbero consentire attraverso “l’esperienza” di vedere e toccare con mano e sopratutto provare la bontà dei nostri prodotti.
In tutto questo contesto la rete (il web) con le strategie di INTERNAZIONALIZZAZIONE DIGITALE renderebbe in molti casi profittevole qualsiasi iniziativa concentrando lo sforzo sulla generazione di relazioni commerciali, la vendita e la divulgazione delle ns. produzioni.

Per info www.internazionalizzazionedigitale.it

Spesso le aziende non sono disposte ad investire sui social network, perché non credono nel loro rendimento in termini monetari.

Sarà difficile da credere ma invece i social possono rendere molti soldi se utilizzati nel modo giusto.

Il primo trucco è usare la creatività! Sia nel caso di un semplice post che di una più complessa campagna, gran parte del successo dipende dalla creatività del progetto. La creatività serve per attirare l’utente e portarlo sul sito, ma non finisce qua! E’ vero che poche volte queste visite si trasformano poi in un acquisto diretto.

Tuttavia, se questi stessi visitatori tornano il giorno dopo o due settimane dopo sul sito e decidono di fare un acquisto, non sarebbe tale acquisto per il cliente un rendimento per l’azienda generato dal social network?

Ebbene sì, i social possono generare dei ritorni economici. Ciò che conta è trovare una strategia per misurare il ritorno dei social media sugli investimenti (ROI).

Perché misurare il ROI?

Il ROI è la prova che le attività di marketing che state svolgendo sono più o meno utili. E’ importante misurarlo per capire se la strategia adottata è giusta, se occorre proseguire in una certa direzione o è meglio apportare dei cambiamenti. Un’azienda calcola regolarmente il suo ritorno sugli investimenti ma nel mondo del web, bisognerà tener conto di fattori estranei alla realtà offline che ora andremo ad analizzare.

 Vediamo i quattro passi per una efficace misurazione del ROI.

  • Impostare una Social Media Strategy

Il ROI può essere misurato in diversi modi: attraverso acquisizione di nuovi clienti, lead generation, i click, le entrate ecc. Tutto dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. Prima di poter monitorare e misurare il ROI, è necessario fissare gli obiettivi in modo da sapere quali sono i fattori da prendere in considerazione. Se l’obiettivo è acquisire nuovi clienti o generare un aumento della domanda, il ROI si misurerà in base al numero di richieste di informazioni, di appuntamenti o anche di preventivo.

  • Scegliere le piattaforme giuste

Gli obiettivi di social media e le strategie conseguenti devono essere allineati con le piattaforme utilizzate. Alcune categorie di utenti si trovano principalmente su Twitter, altre su Facebook, Pinterest o Instagram. Bisogna capire dove il proprio pubblico trascorre il suo tempo per avere successo.

  • Monitorare le campagne

È necessario tenere traccia del tempo trascorso, del costo degli annunci, delle campagne effettuate. Per fare ciò esistono una serie di strumenti come Socialbakers, HootSuite (che non è solo per la programmazione), Social Mention (che consente di monitorare il sentimento, tra le altre cose) e bitly (che consente di personalizzare i link accorciati in modo da poter tenere traccia di tutto ciò che si condivide). Bisogna poi determinare i risultati di ogni attività svolta ricorrendo a strumenti come Google Analytics oppure UberVU.

  • Verifica dei risultati

Una volta raccolti tutti i dati statistici visti sopra, è possibile calcolare il ROI e determinare quanti risultati sono stati raggiunti per ogni risorsa impiegata così da capire che cosa ha funzionato e cosa no.

Come si misura il social media ROI con Google Analytics?

Google Analytics è uno degli strumenti di google più utile qualora si voglia determinare il social media ROI. La sua utilità deriva prima di tutto dalla sua capacità di identificare un utente che visita il sito da un social network nella sezione Acquisizione > Canali > Social. In questa sezione possiamo sapere quanti utenti sono giunti sul sito tramite ogni singolo social network (facebook, google plus ect).

La prima cosa da fare sarà segmentare questi utenti in base ai nostri interessi. Cliccando sul tasto “Aggiungi un segmento” in alto a destra sarà possibile evidenziare chi tra gli utenti giunti sul sito tramite il social ha eseguito una certa azione, per esempio “Ha effettuato un acquisto” oppure “Ha effettuato una conversione” o “Si è collegato da smartphone” ect. Selezioneremo il segmento che più ci interessa cliccando poi il tasto “Applica”. Ipotizziamo di aver scelto il segmento “Ha effettuato un acquisto”, a questo punto possiamo vedere quanti degli utenti giunti sul sito da facebook o da google plus o da twitter hanno acquistato.

A questo punto occorrerà raccogliere i dati che Google Analytics ci mette a disposizione, confrontarli con gli obiettivi che ci siamo prefissati e calcolare il ROI.

Qual è la formula per calcolare il social media ROI?

Il ROI non è altro che il ritorno di un investimento, non è altro che un acronimo per indicare la formula tradizionalmente usata per calcolare la profittabilità del capitale investito. E’ un indice di bilancio utilizzato normalmente da un’azienda e prettamente finanziario composto dal profitto lordo meno il costo dell’investimento al numeratore e il costo dell’investimento al denominatore.

Se il nostro obiettivo è sapere quanti acquisti sono stati effettuati tramite facebook, il ritorno sull’investimento dovrà essere così calcolato: acquisti effettuati dagli utenti giunti da facebook (individuabili con google analytics) meno costo dell’investimento (quanto abbiamo speso per promuovere il post su facebook)/ costo dell’investimento.

Voi invece quali strumenti e report trovate più utili?

Continua l’inarrestabile crescita del mobile marketing che nell’ultimo anno ha registrato un incremento del 100%. La grande diffusione degli smartphone e in misura minore dei tablet ha segnato il decollo di questo particolare tipo di marketing che ben si adatta soprattutto per attività come ristoranti, alberghi o pub.

Quali sono le strategie di mobile marketing più efficaci?

Vediamo alcune delle strategie di mobile marketing che in questi anni e soprattutto in Italia hanno avuto più successo e riscontro da parte degli utenti.

  •  I codici QR

Sono in giro dal 1990, ma il loro uso ha visto un significativo incremento solo l’anno scorso. Molti rivenditori ricorrono all’utilizzo di questi codici per disseminare la città di buoni sconto, coupon, o semplicemente per permettere ai cittadini di accedere al sito o ad un video promozionale del marchio con un solo click.

  • Inviare avvisi e notifiche di servizio

Il tempismo è tutto per il mobile. E’ anche vero che ricevere notifiche troppo presto al mattino o durante la cena può solo infastidire, perciò sarà opportuno permettere ai clienti di scegliere come e quando vogliano essere contattati, un po’ come succede con le notifiche push di Instagram.

  • Analizzare i dati dei clienti

E’ utile raccogliere quante più informazioni possibili sugli utenti che si connettono dal mobile, quali posizione, età, dati demografici per poter inviare loro contenuti pertinenti e tempestivi. Per esempio se si è proprietari di un bar e si vuole offrire un aperitivo ad un prezzo speciale sarà utile inviare l’offerta a tutti gli utenti che si trovano nelle vicinanze del proprio locale e che potranno così facilmente raggiungerlo.

  •  Mobile advertising TV

Durante il Super Bowl 2013, la Coca-Cola ha approfittato dell’evento per raggiungere gli utenti mobile con uno spot a tema. Oppure diversi siti di e-commerce hanno sfruttanto ancora di più l’interazione tra tv e smartphone permettendo all’utente di acquistare con smartphone gli oggetti visti o gli abiti indossati nei telefilm mentre questi vanno in onda.

Ovviamente oltre ad una adeguata strategia di mobile marketing non bisogna dimenticare di

  • realizzare un sito responsive
Dato che sempre più utenti navigano con lo smartphone mentre sono in giro o alla fermata dell’autobus, è opportuno realizzare un sito responsive così da agevolarne l’usabilità da parte dell’utente mobile che non perderà tempo ad ingrandire o rimpicciolire lo schermo per leggere un articolo.
  • Realizzare un app mobile
Se avete un’idea o un progetto originale che volete realizzare prendete in considerazione la possibilità di realizzarne un’app per smartphone android e ios per aumentare il valore e la visibilità del brand, condividere più facilmente i propri contenuti con gli utenti, e differenziarsi dai concorrenti se al momento essi non ne posseggono una.

Dunque perché limitarsi al solo sito Internet se possiamo arricchire il nostro brand di un ulteriore biglietto da visita visibile a milioni di utenti come il mobile marketing?

Oggi si parla molto dell’inbound marketing, una nuova frontiera della comunicazione e un nuovo modo di fare marketing. Per poter realizzare un’adeguata strategia di inbound marketing occorre in primo luogo rispettare la più classica delle regole: riuscire ad intercettare i bisogni dei propri clienti, meglio ancora le domande per cui il web non ha ad oggi ottenuto una risposta soddisfacente. Cogliere un bisogno del nostro target di riferimento non soddisfatto da altri contenuti sul web può permetterci di raggiungere ottimi risultati. Il centro è ancora il cliente, ma non siamo noi a trovare lui, ma lui a venire da noi.

Inbound Marketing cos’è

L’ inbound marketing è il marketing che conquista l’utente con contenuti interessanti e utili creati appositamente per rispondere ai suoi desideri.
E’ un tipo di marketing incentrato sull’outside-in, cioè sull’essere trovati e non viceversa come avveniva nel marketing tradizionale.
Una peculiarità dell’inbound marketing è la multicanalità. Per farsi trovare dai clienti bisogna essere presenti sui canali che essi maggiormente usano Essi, dunque, cambieranno a seconda del tipo di business svolto.

Inbound Marketing alcuni punti cardine

E dunque come spingiamo il cliente a trovarci?

Tra i punti cardine dell’inbound marketing potremmo individuare:

  • I contenuti

Content is king, per una buona riuscita della strategia di inbound marketing occorrerà sviluppare contenuti validi, interessanti, utili, in grado di attirare, convertire e fidelizzare il cliente. Questi contenuti dovranno anche essere google friendly, cioè devono tener conto della grammatica utilizzata dai motori di ricerca, semplice, lineare e senza troppe metafore. In genere il miglior modo per attrarre i clienti è la realizzazione di un blog creato e curato per quel determinato target di riferimento.

  • La seo

Ogni cliente inizia la sua ricerca sul motore di ricerca online utilizzando determinate parole, per questo è essenziale che i contenuti realizzati vengano visualizzati dal cliente tra i risultati di ricerca di google quando si cercheranno le parole chiave del business di interesse. La scelta di queste parole diventa dunque fondamentale. Una volta individuate bisognerà ottimizzare per esse i contenuti del sito e creare anche nuovi contenuti affini

  • I social media

Con i social sarà possibile diffondere i contenuti di maggior valore e creare una forte interazione con l’utente finale. Poiché difficilmente si possono curare tutti i social contemporaneamente sarebbe meglio scegliere quelli dove il proprio target è più presente.

Partendo da una buona strategia seo e da contenuti di qualità e proseguendo con un’adeguata diffusione di essi sui social, piccole realtà possono riuscire ad aumentare il valore del proprio brand nella loro nicchia di mercato e ad incrementare i contatti e la redditività, per questo e tanto altro l’inbound marketing si è rilevato oggi un utilissimo strumento.

L’agroalimentare in Italia è da sempre un settore trainante. I prodotti made in Italy sono sinonimo di qualità in molti Paesi stranieri, di conseguenza l’esportazione e la commercializzazione all’estero può rivelarsi un’ottima scelta per ampliare il proprio business.
Dell’internazionalizzazione dell’agroalimentare si occuperà la Fiera Gustus a Napoli dal 4 al 6 dicembre, primo salone dell’AgroAlimentare, dell’ Enogastronomia e della Nutrizione nel Centro del Mediterraneo.

Il crescente interesse per l’internazionalizzazione del made in Italy nasce dalla presa di coscienza delle ampie potenzialità dei prodotti italiani nel mondo. La creatività imprenditoriale e l’unicità del prodotto italiano combinate con un’adeguata e approfondita conoscenza del sistema Paese destinatario sono i punti di forza per una efficace strategia di internazionalizzazione.
Certo aprirsi a mercati stranieri non è cosa facile.
Bisogna individuare il mercato estero con maggior rendimento per il proprio business nonché con il ritorno economico più rapido. Individuato in questo modo il Paese occorrerà studiarne la cultura, la legislazione, le dimensioni del mercato nonché i concorrenti locali. Tutte queste informazioni ci permetteranno di realizzare un’adeguata strategia di internalizzazione del prodotto e di comunicazione online localizzata.

Estensa Web Agency è partner ufficiale della fiera Gustus, ha realizzato il sito, intuitivo e di facile navigabilità per tutti gli utenti interessati alle ultime novità nel mondo del food, ai convegni e agli espositori che prenderanno parte all’evento.
L’intervento di estensa non si limita ad un mero sostegno nello sviluppo web del portale, ma si esprime anche nella partecipazione al convegno del 5 dicembre alle ore 17:00 presso il Teatro Mediterraneo dedicato alla “Comunicazione nel settore Food” con la presentazione di interessanti case histories in tema di internalizzazione digitale.

Internazionalizzazione agroalimentare: i fattori principali

Il convegno affronterà la tematica dei fattori da tenere più in considerazione per una buona internazionalizzazione digitale, e tra questi ricordiamo:

  • Registrazione di un dominio localizzato

La scelta del dominio è la prima cosa da fare, e conviene sempre scegliere un dominio di primo livello con estensione del Paese di appartenenza perché facilita una comunicazione localizzata e viene subito riconosciuto dai motori di ricerca locali. Ovviamente non basterà semplicemente tradurre in lingua straniera il proprio sito, ma occorrerà prendere in considerazione le singole particolarità del luogo.

  • Seo internazionale

Per ottimizzare il posizionamento del proprio sito sul motore di ricerca straniero per prima cosa… bisogna individuare il motore di ricerca straniero!
Ciò significa che bisognerà in primo luogo individuare il motore di ricerca più usato, che non per forza sarà Google, basti pensare che in Russia è Yandex. Poi bisognerà individuare le parole chiave più adatte al proprio business in lingua straniera, non è consigliabile limitarsi a tradurre quelle usate per il sito in italiano, occorre invece trovare le parole che nel Paese di destinazione meglio si associano alla nostra attività, magari con l’aiuto di un madrelingua.

  • Campagne pay per click

In questo caso bisognerà indivisìduare le keyword come è stato detto prima e porre una certa attenzione sulla scelta della lingua da utilizzare, se in uno stato si parla più di una lingua allora bisognerà associare ad ogni zona una campagna nella lingua specifica.

Internalizzazione e made in Italy

Gustus permetterà a tutte le aziende dell’intera filiera alimentare e beverage di essere protagoniste di un evento che sarà visitato da buyers nazionali e internazionali. E’ un’ottima occasione per l’internalizzazione del made in italy in quanto vedrà la partecipazione di buyers provenienti da Turchia, Svezia, Polonia, Emirati Arabi, Tunisia, Svezia e Austria.
Estensa sostiene l’iniziativa fornendo con profondo interesse il proprio contributo tecnico e formativo.
E’ proprio il caso di dire: finalmente a Napoli la fiera che mancava!

Per maggiori informazioni sul programma dell’evento visita il sito www.gustusnapoli.com

L’evoluzione tecnologica ha sempre influito sulle modalità di marketing e oggi, momento in cui la stragrande maggioranza di persone possiede e utilizza uno smartphone, nasce l’iBeacon.

La tecnologia iBeacon rappresenta la perfetta fusione tra il marketing di prossimità e il mobile marketing. Utilizzando questa innovativa strategia di marketing è possibile inviare messaggi promozionali su potenziali clienti, nel momento in cui essi passano vicino il punto commerciale.

Funzionamento dell’iBeacon

L’I-Beacon è un piccolo dispositivo che viene applicato all’interno dell’attività che vuole intraprendere questa particolare azione di marketing di prossimità. Gli utenti, una volta scaricata e installata una precisa app, mettono in contatto il proprio smartphone con questo dispositivo.

Attraverso l’utilizzo del bluetooth, l’ibeacon è in grado di inviare notifiche e messaggi sugli smartphone nel raggio anche di 70 metri. La tipologia e il contenuto della notifica sono completamente personalizzabili in relazione alla varietà di reazioni che si desidera generare.

È facile intuire che questa nuova tecnologia può rappresentare una svolta importante nelle modalità di fare comunicazione in ogni settore. Centri commerciali, musei, piccole e medie imprese, società pubbliche, il “mobile marketing di prossimità” può essere studiato e realizzato per qualsiasi tipologia d’impresa.

I Musei Civici di Palazzo Farnese

I Musei Civici di Palazzo Farnese rappresentano il primo museo italiano (il 5 in Europa) ad aver sviluppato un’app che sfrutta la tecnologia iBeacon.
IMApp è l’applicazione grazie alla quale è possibile visionare la mappa museo, ma anche le informazioni delle opere presenti al suo interno. Quando lo smartphone si trova nei pressi di una precisa opera, una notifica multimediale contenente le informazioni viene inviata sul device.

Il vantaggio principale legato all’utilizzo della tecnologia ibeacon e dell’applicazione IMApp è rappresentato dai costi di gestione. Non occorre sostenere alcuna spesa di manutenzione dell’hardware, ogni contenuto abbinato ad ogni singolo beacon è aggiornabile e modificabile in completa autonomia

Potenzialità “comunicative” dell’iBeacon

I Musei Civici di Palazzo Farnese rappresentano solo un esempio di come sfruttare questa innovativa tecnologia. La nuova modalità di “marketing di prossimità” legato al mobile marketing è indicato per qualsiasi tipologia d’impresa grazie al alto grado di personalizzazione

La tecnologia è in continua evoluzione e il marketing la sfrutta per evolversi di conseguenza.

Per determinati tipi di attività geolocalizzarsi è importante quasi come arrivare primi sui motori di ricerca. Si pensi ad un negozio di abbigliamento, ad un centro estetico o ancora ad un ristorante. Attualmente la navigazione avviene principalmente tramite smartphone o tablet sopratutto per certe categorie di servizi. Per esempio sono in giro per Roma e voglio prendere una tazza di caffè ad un bar oppure mangiare una pizza, cosa farò? Prenderò il mio smartphone e cercherò “bar” o “pizzeria” nelle vicinanze. E’ ovvio che per qualunque bar o pizzeria che si trovi effettivamente nelle mie vicinanze, converrà risultare nei risultati della mia ricerca.

Si parla dunque di local Seo.

Come geolocalizzare la propria attività per migliorare il proprio business? Come far capire a Google che il mio negozio è proprio lì e non altrove?

La prima cosa che occorre fare è creare un account su Google Places con link al proprio sito, fatto ciò l’impresa sarà localizzata su Google maps e nei risultati di ricerca locali.

Posizionarsi bene tra i risultati di local business è importante, sopratutto perché Google Maps è il sistema di riferimento dei dispositivi mobili, in genere i più usati per ricerche localizzate.

Ovviamente come per il posizionamento web tradizionale oppure quello organico, anche per quello geolocalizzato Google limita il numero di imprese visibili in prima pagina a 10, per questo è bene realizzare delle azioni di ottimizzazione Seo per la geolocalizzazione.

Vediamo alcuni punti da considerare per una ottimizzazione local seo:

  • Ottimizzare il profilo stesso

Prima cosa da fare è rendere il proprio profilo attrattivo e interessante così che l’utente visiti il sito web oppure contatti l’azienda per informazioni

  • Scegliere una categoria correttamente

Oltre ad inserire i dati aziendali, bisogna scegliere la categoria primaria di appartenenza in modo corretto. Questa scelta incide sul posizionamento, pertanto sarà importante inserire la categoria per cui si vuole essere trovati

  • Indirizzo fisico

Altro importante elemento è l’indirizzo fisico. E’ essenziale che la località e l’indirizzo vadano indicati correttamente, e se l’attività presenta una struttura decentrata oppure estesa bisognerà ricorrere a landing page ottimizzate per la ricerca geolocalizzata

  • Inserimento in local directories autorevoli

E’ utile inserire la propria attività in local directories. I dati qui inseriti dovranno essere coerenti con quelli aziendali e bisognerà scegliere le directories più autorevoli ottenendo così citazioni di migliore qualità (una menzione di qualità può sostituire anche un link). Inoltre bisognerà puntare anche sulla quantità, quindi queste citazioni dovranno essere numerose.

  • Coerenza dei dati di Google Places e quelli del sito

E’ necessario che i dati inseriti nella scheda suddetta e quelli inseriti sul sito siano coerenti agli occhi di Google quindi bisogna sempre evitare discordanza nei dati forniti

  • Autorevolezza del dominio

L’autorevolezza del dominio aiuta il posizionamento pertanto il sito dovrà essere ben strutturato e ottimizzato, non è invece necessario l’inserimento della località nel title dato che google saprà riconoscere la posizione dell’attività grazie appunto alla scheda googe places

  • Backlink di qualità

E’ questo un concetto valido per il seo in generale: i link in entrata devono provenire da siti autorevoli con anchor text ottimizzati e per quanto possibile differenziati

  • Recensioni su Google Places

Sulle pagine di google places è possibile inserire delle recensioni, google tende a riconoscere un maggior peso alle attività con un numero maggiore di recensioni e quindi a farle uscire tra le prime posizioni.

  • Prefisso telefonico e recensioni su altri portali

Anche inserire il prefisso telefonico aiuta la geolocalizzazione perché è un ulteriore elemento identificativo per google dell’area geografica di appartenenza. Inoltre anche le recensioni su altri portali diversi da Google Places possono apportare diversi vantaggi, come Yelp o pagine gialle o tripadvisor la cui presenza viene anche indicata nella scheda Google Places.

Se vi interessa approfondire l’argomento, partecipate ai nostri corsi di  Social Media Marketing!

Molti potrebbero pensare che la globalizzazione e il web hanno avvicinato e in qualche modo omologato culture da sempre lontanissime tra di loro, ma nonostante ciò sia in parte vero, i frequenti fallimenti delle multinazionali che impreparate sbarcano in nuovi continenti ci testimoniano il contrario.
La caffettiera italiana per storia, cultura e tradizioni è diversa da quella americana e sarebbe potuta nascere così com’è oggi solo in Italia, in un altro luogo, per esempio in India, sarebbe stata certamente diversa da quella italiana nonché da quella americana.

In ogni prodotto c’è un po’ del luogo che lo ha creato, dello stile della Nazione di appartenenza, dato che esso nasce prima di tutto per soddisfare le esigenze del mercato interno.
In America il momento del caffè è caratterizzato da una, per noi, innaturale velocità di consumo, che lo tramuta in una qualsiasi bevanda energetica bevuta da sportivi o studenti, al pari di una redbull o un gatorade. Per questo la caffettiera in america è dotata di un ampio recipiente in cui far bollire l’acqua a cui si aggiunge il filtro del caffè in polvere come nella preparazione del tè, ottenendo così un caffè più diluito da poter essere bevuto velocemente invece che assaporato lentamente alla tipica maniera italiana.

Come nasce quindi un prodotto? Nasce da una sinergia tra diversi fattori tra cui quelli economici, tecnici e istituzionali.
Pertanto quando si vuole conquistare un mercato estero non si possono tralasciare alcuni “dettagli” se si vuole realizzare una vincente strategia di marketing, tra cui:

  • Il carattere e la tradizione locale

I McDonald’s cambiano i loro menù di Paese in Paese: in Israele si vendono i Big Macs senza formaggio per rispettare le norme kosher della cucina ebraica che prevede la separazione di carne e latticini, in India si servono i Maharaja Mac con carne di montone, che possono essere consumati sia dai musulmani che non mangiano carne di maiale, sia degli hindu che non mangiano carne di mucca, in Germania si servono wurstel e birra e panini con il salmone in Norvegia.
Tutto ciò dipende dalla diversa sensibilità locale che una buona strategia di marketing deve sempre assecondare: e così la Barbie americana, in medio oriente si piega alle regole della sharj ah e indossa un severo burqua sul vestito.

  • Il tasso di immigrazione e di etnicità della cultura locale

In ogni casa americana, sul ripiano delle cucine tra il lavandino e i fornelli, c’è il tostapane, quel piccolo dispositivo elettrico essenziale per le colazioni americane. Un occhio attento noterebbe subito una certa differenza tra un tostapane italiano e uno americano. Quello americano e anche quello anglosassone hanno una larga fessura perché a causa della rilevante etnicità di queste culture, la larga fessura servirà per far passare un bagel, ciambella tipica della cultura ebraica. Essendo la cultura ebraica molto meno diffusa in Italia, il tostapane qui non ha motivo di essere così come nel nuovo continente.

  • La città come prodotto

Anche le città esercitano un certo grado di influenza sui prodotti. Basti pensare che a Los Angeles gli ampi spazi hanno con il tempo incentivato la costruzione di abitazioni di dimensioni enormi rispetto ad altri Paesi nel mondo come ad esempio Londra che invece è famosa per le sue tipiche case a schiera strette ed alte. Inoltre il basso prezzo del carburante americano ha portato allo sviluppo di autostrade e superstrade prima che altrove ed il più delle volte estremamente ampie. Infine il più alto tasso di criminalità fa sì che gli arredi urbani siano più robusti e quindi più costosi e di conseguenza meno numerosi a Los Angeles di quanto debbano invece esserlo in Giappone.

  • Struttura normativa locale

Le norme specifiche di uno Stato sono un ulteriore elemento da tener presente se si vuole realizzare una strategia di marketing vincente in una Nazione straniera. Il regime fiscale, le norme doganali, il sistema giuridico, gli eventuali accordi tra Stati costituiscono elementi da valutare attentamente prima di qualsiasi scelta strategica.
I beni rivelano ciò che siamo, e allo stesso modo noi siamo ciò che consumiamo. Dal tostapane all’arredamento, dall’abbigliamento all’architettura, ogni struttura produttiva si lega ad una determinata inclinazione culturale ad una certa rete di oggetti fisici, sensazioni sociali e modi di vivere.

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