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Continuiamo il nostro percorso alla scoperta di diversi espedienti da adottare per evitare i filtri di posta.  Abbiamo analizzato nell’articolo della settimana scorsa quelli che sono i primi ostacoli da eludere per sfuggire alla spiacevole ipotesi che la vostra mail finisca nella cartella spam del destinatario. Proseguiamo con un classico esempio di client di posta che in caso di spam ha la guardia ben alzata e che smista le mail in arrivo in diverse cartelle di destinazione.

CASO GMAIL

La Gmail  suddivide le mail in arrivo nelle seguenti schede facoltative:

  •  “Principale”  dove vengono indirizzati i messaggi  di persone che l’utente dovrebbe conoscere, come la famiglia, gli amici e i colleghi, nonché i messaggi  contrassegnati come “speciali”
  • “Social Network” per tutte le notifiche dei social a cui l’utente è registrato
  • “Promozioni” destinata a tutte le mail con sconti, offerte e pubblicità

Da qualche tempo le inserzioni che prima apparivano nella parte alta della schermata di posta, ora sono invece categorizzate da Gmail nella cartella Promozioni, come se fossero delle mail in arrivo, con la sola differenza che sono contrassegnate da “Ad” per far in modo che l’utente possa capire  si tratti di pubblicità. Con questa nuova forma di advertising l’utente può inoltrare ad un amico il messaggio oppure eliminarlo.

Detto ciò, come riuscire ad evitare i filtri anti-spam, ed essere indirizzati in una qualche categoria sopra detta? E’ questo per molti una vera e propria sfida. Ma se è vero che alcune parole possono classificare una mail come spam, è anche vero che altre possono aumentare le probabilità che essa sia invece inserita  tra le mail in arrivo. Nel caso di Gmail, parole come coupon,  comunicazione personale e conferma, automaticamente indirizzano la mail nella casella “Promozioni”.

QUELLO CHE OGNI MARKETER ONLINE DEVE SAPERE:

Il segreto, pertanto, sta nello scrivere un contenuto che sarà di interesse per il destinatario: più la mail appare in grado di soddisfare una sua esigenza, e più è probabile che la aprirà invece di contrassegnarla come spam. Ciò è molto importante perché  spesso gli utenti contrassegnano come spam anche le newsletter  a cui si sono iscritti spontaneamente. In genere succede proprio quando l’utente non riconosce il mittente oppure crede di non aver bisogno dell’offerta propostagli, o ancora il processo di cancellazione dalla newsletter è particolarmente complesso. In genere l’1% degli utenti decide di cancellarsi da una lista, dunque valori più bassi potrebbero indicare un difficile processo di cancellazione. In quetso caso è bene intervenire subito per evitare che l’utente non riuscendosi a cancellare, e non volendo più ricevere la mail la contrassegni come spam.

INOLTRE, TENETE PRESENTE QUANTO SEGUE:

  •  Esaminate attentamente la lista dei vostri contatti e segmentateli per inviare ad ognuno solo ciò che può interessare
  • Molti provider valuteranno le vostre mail sulla base di come i destinatari risponderanno ad esse, dunque se molti vi segnano come spam aumentano le possibilità che molti altri provider vi contrassegneranno in tal modo, pertanto fornire sempre all’utente l’opportunità di cancellarsi facilmente dalla newsletter
  • Se ingiustamente siete stati contrassegnati come spam potete inviare al provider dei reclami dimostrando che non siete degli spammer e riducendo così la percentuale di mail non lette tra quelle che inviate
  • Il vostro provider dovrebbe darvi la possibilità di vedere chi ha aperto la vostra mail e chi no, in tal modo potrete contattare gli utenti che per almeno due volte non l’hanno letta, con una mail personale cercando di capirne il motivo per poi regolarsi di conseguenza. Ad esempio se il motivo è che l’utente riceve troppe newsletter al mese sarà bene ridurre la frequenza dell’invio
  • Eliminare gli utenti che per almeno tre volte non aprono la mail, e lo stesso vale per quelli per cui l’invio non va a buon fine (anche se molti servizi moderni rimuovono questi contatti automaticamente)

Non scoraggiatevi: con pazienza e meticolosità, superando tutti gli ostacoli arriverete alla meta!

Sebbene oggi i più giovani sembrano sempre più dirigersi verso altre forme di comunicazione quali quella mobile e social, l’email risulta ancora uno degli strumenti di diffusione più efficace soprattutto per gli over 35. Nonostante ciò secondo uno studio fatto nel 2013 sull’efficacia dell’email marketing, il 22% delle mail inviate non raggiunge il destinatario, e almeno un quarto di esse vanno inevitabilmente a finire nello spam.

Per chi fa email marketing finire nello spam è ovviamente un grosso problema, perché non solo ostacola la comunicazione con l’utente, ma anche danneggia la reputation del marchio. Pertanto diventa essenziale quando si opera in questo settore capire come agiscono i filtri di posta elettronica al fine di riuscire ad evitare che i propri messaggi vadano persi.

Analizziamo passo per passo gli ostacoli che una mail può incontrare lungo il suo cammino. Quando essa viene inviata, non è detto che giunga a destinazione, perché potrebbe essere bloccata da:

  •   un software antivirus
  •   un filtro antispam
  •   la presenza del’IP mittente in una blacklist
  •   un indirizzo mail inesistente

Per quanto riguarda i filtri antivirus e antispam, essi analizzano il contenuto del messaggio e in base ad esso classificano una mail come spam oppure no, e per superare indenni questa fase è bene evitare di inserire nel proprio messaggio:

  • le forme impersonali, le parole tipiche di offerte come free, gratis o gentile cliente oppure i punti esclamativi o particolari simboli come & e #
  • troppe immagini invece di un contenuto scorrevole e di una certa consistenza, infatti quando un messaggio è composto in primo luogo o esclusivamente da immagini molto più alta è la possibilità che sia considerato spam

Una volta superata questa fase la mail raggiunge il server di destinazione, a questo punto l’utente deve solo aprirla, il che fa sembrare che il peggio sia passato… invece no!

Molti client di posta elettronica ricorrono a svariati tipi di filtri per ordinare le mail in arrivo, ed essi sono particolarmente apprezzati dagli utenti in quanto risultano essere un valido aiuto nella gestione della posta. Dunque in questa fase i nemici numeri 1 dell’email marketing sono i filtri che il destinatario stesso applica alla sua casella di posta.

Il modo più efficace per superare questo impedimento è convincere l’utente ad aprire la mail e quindi ad inserirla nella sua whitelist, cioè lista degli indirizzi ritenuti attendibili. Per fare ciò la combinazione mittente/oggetto è cruciale: il mittente deve essere conosciuto e l’oggetto personalizzato. Una volta aperta la mail il lettore potrà:

  • cliccare su uno dei link inseriti
  • cancellarsi dall’iscrizione alla newsletters
  • non fare nulla 
Se il contenuto della mail è di qualità, la percentuale di click sul link, in genere, si aggira tra il 2-5%, ma se la mail è ben personalizzata si possono raggiungere soglie del 10-20%. Ovviamente al link dovrà seguire una landing page assolutamente coerente con il messaggio inviato affinché avvenga la conversione finale. A seconda del comportamento dell’utente si potrà rispondere con messaggi personalizzati quali una mail con dettagli aggiuntivi sull’offerta a chi non ha visitato la landing page, e un’offerta personalizzata per l’ha visitata ma non ha effettuato un’azione di conversione.

Per ulteriori consigli sull’argomento al prossimo post!!