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Curatore del blog Seogarden, docente area SEO e scrittura persuasiva per il web, Francesco Margherita è co-fondatore e SEO specialist press Gaff Strategy srl.

Nell’intervista, Francesco spiega quali possono essere le strategie SEO più efficaci in un settore altamente competitivo come quello turistico e quali sono le sue esperienza dirette in questo ambito.

Per la SEO il turismo è un campo altamente competitivo, quali sono secondo te le strade per il successo?

Vero, il turismo è un settore ad elevata competizione. Per avere successo in campi così difficili occorrono due cose, qualità dell’offerta e gradualità nell’utilizzo della SEO. Tecniche troppo aggressive di link building possono portare a crescite vertiginose nel traffico web di un portale turistico, salvo poi svegliarsi una mattina e ritrovarsi a terra perché Google si è accorto di schemi di link ripetitivi o peggio di una “campagna acquisti” su siti non proprio di fiducia. I link vanno guadagnati o comunque prodotti in modo da non essere potenzialmente dannosi, altrimenti si finisce con il lavorare 6 mesi a crescere e 6 mesi a riparare una penalizzazione. Rispetto al turismo pensate al “bagno” che sta prendendo Expedia in questo periodo proprio per la gestione scellerata della link building!

Quali sono le tue esperienze in questo settore?

Ho seguito alcuni agriturismi in Toscana più diverse strutture ricettive a Roma. Non ho comunque una grande esperienza specifica rispetto ai grandi portali turistici, ma in ogni caso la più grande differenza con gli altri settori è nell’utilizzo del motore e degli strumenti di Maps e delle tecniche SEO local. Per il resto valgono le stesse regole, comunque diverse per tutti i SEO. 😉

Le tue tecniche SEO più importanti?

Le tecniche SEO che uso più spesso le ho intuite e sviluppate autonomamente ed hanno tutte a che fare con la semantica: algoritmi LSA, LSI, LDA ed utilizzo di co-occorrenze semplici o co-citazioni per lo sviluppo di segnali sociali finalizzati all’allargamento di un campo semantico d’interesse. Sul mio blog, Seogarden, pubblico sempre “tutti” i miei riscontri sia in termini teorici che pratici. Se oggi c’è un po’ di attenzione su di me, è perché qualcuno leggendo il blog ha cominciato ad accorgersi che riesco a posizionare chiavi dalla concorrenza medio elevata senza bisogno di link in ingresso. Nell’era di Penguin, non è una brutta cosa.

Cosa risponderesti ad un cliente che ti dice “voglio essere in prima pagina per la keyword viaggi”?

Solo tre mesi fa avrei risposto che era impossibile, oltre che inutile, perché la parola “viaggi” apre a un universo semantico sconfinato, poco rispondente alle necessità di chi effettua una ricerca su Google. Oggi alla luce dei miei ultimi studi, direi che è possibile ma solo relativamente utile, perché è vero che la parola “viaggi” non intercetta ricerche specifiche, ma allo stesso tempo, pensate a quanto trust passa da Google a un sito che viene ritenuto autorevole per viaggi.

Com’è cambiata la Seo alla luce dell’avvento dei social network?

Facendo un buon lavoro in termini relazionali sui social network si generano riscontri positivi in serp, ma l’effetto dei social network sul posizionamento è solo indiretto. Nel 2013 Searchmetrics pubblicò uno studio sui fattori di ranking in cui osservava che i siti meglio posizionati erano quelli con un più elevato numero di condivisioni, tweet e like in pagina. Non hanno considerato che l’elevato numero di condivisioni fosse in realtà una conseguenza, non la causa del buon ranking in serp. Non avevano compreso cosa fossero davvero i segnali sociali.
Oggi so che l’unico social network con il potere di influenzare direttamente il ranking di un sito su Google è G+. A patto di usarlo, ovviamente…

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