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Le attività locali che intendono emergere nel vasto panorama concorrenziale e diventare visibili nei risultati di ricerca Google a livello locale, devono dotarsi di una strategia specifica per il posizionamento sui motori di ricerca: la cosiddetta local SEO

Local SEO: cos’è

La SEO locale è una strategia di ottimizzazione di un sito per apparire nei risultati di ricerca locale sui motori di ricerca. Prima di parlare di come fare local SEO è necessario approfondire meglio quali siano i fattori di posizionamento a livello locale e come Google sceglie cosa mostrare e quando.

Che cosa si intende per ricerca locale?

è quella effettuata da un utente che sta cercando un’attività nelle vicinanze del luogo in cui si trova oppure in una determinata località geografica.

Nel primo caso rientrano quelle ricerche, effettuate tramite smartphone e dispositivi mobili con geolocalizzazione attivata, in cui un utente digita una chiave di ricerca inerente la tipologia di attività come ad esempio ristorante o hotel. In questo caso Google va a restituire una lista di attività che rientrano in quella categoria e che si trovano vicine al punto in cui si trova chi ha effettuato la ricerca.

Nel secondo caso, invece, rientrano quelle query in cui sia presente una parola riferita ad una specifica località geografica, come ad esempio ristorante Napoli o hotel napoli centro.

Come è fatta una pagina di risultati di ricerca locale su Google?

La pagina dei risultati di una ricerca locale di Google  è composta sia dagli snippet standard (i box con titolo della pagina e link ai siti), sia dalle schede my business delle attività con i posizionamenti migliori (in base a quella specifica ricerca per quello specifico utente), sia da risultati di Google Maps. Gli utenti che sono in movimento e che stanno utilizzando il navigatore di Google Maps, nella maggior parte dei casi preferiscono  effettuare la ricerca direttamente dall’applicazione, non passando per la ricerca tramite browser google.

Quali fattori considera Google per il posizionamento nei risultati di ricerca locale?

Pertinenza: il livello di corrispondenza di un profilo dell’attività locale con la ricerca di un utente. Per questo è molto importante inserire informazioni dettagliate sui servizi e sui prodotti che siano scritte sulla base di una corrispondenza con le ricerche effettuate dagli utenti.
Distanza: quanto dista ogni potenziale risultato dalla località ricercata
Evidenza: Notorietà dell’attività. Per il calcolo del punteggio vengono considerati dati presenti sul Web, ad esempio link, articoli e directory. Nel posizionamento dei risultati di ricerca locale vengono considerati il numero e il punteggio delle recensioni Google. Più numerose saranno le recensioni e le valutazioni positive, migliore sarà il posizionamento nei risultati di ricerca locale di un’attività

Perché la Local SEO è importante?

A rispondere a questa domanda è proprio Google che pubblica uno studio dal titolo Understanding consumers’ local search behavior, nel quale appare evidente quale opportunità considerevole sia la ricerca locale per ogni attività. Non si parla solo di intercettare potenziali clienti ma di sfruttare un canale che ha un altissimo tasso di conversione. Ecco alcuni dati:

  • il 56% delle ricerche in movimento hanno intento locale
  • il 50% degli utenti che hanno effettuato una ricerca locale sul loro cellulare hanno visitato il negozio nella stessa giornata.
  • Le ricerche locali ha un tasso di conversione più alto delle ricerche non locali ; Il 18% delle ricerche locali via smartphone conducono all’acquisto entro le 24 ore vs 7% delle ricerche non locali

Se vuoi cogliere tutte le opportunità offerte dalla ricerca locale e cerchi un’agenzia SEO a Napoli, contattaci. I nostri consulenti SEO sono a tua disposizione per iniziare sin da subito ad aumentare la tua visibilità online.

Guida base per la Local SEO

Una volta compresi i vantaggi della local SEO e quali fattori determinano la scelta di Google  vediamo come attuare una strategia efficace di ottimizzazione per la ricerca locale.

Ottimizzazione SEO Mobile First sulle pagine di atterraggio

Da tempo Google ha reso noto che le performance di caricamento e la UX mobile siano fattori che influiscono sul posizionamento delle pagine e dei siti. Per la ricerca locale sono, chiaramente, ancora più importanti visto che quest’ultima viene effettuata nella maggior parte dei casi proprio da dispositivi mobili. La prima azione da intraprendere in una strategia di Local SEO è quindi quella di ottimizzare le pagine del sito in un’ottica mobile first.

La prima cosa da fare è quindi eseguire un’analisi della pagina con lo strumento dedicato di Google: Page Speed Insight. Questo ci restituirà una serie di parametri sui quali dovremo andare a lavorare, qualora non siano soddisfacenti:

  • Core Web Vitals
  • Prestazioni. Un punteggio calcolato in base a diverse metriche di velocità di caricamento di contenuti, script e parti della pagina

A questi va poi aggiunta un’analisi via Google Search Console all’interno dei rapporti sull’esperienza:

  • Esperienza sulle pagine
  • Usabilità sui dispositivi mobili. In questa sezione potete scoprire se il vostro testo è troppo piccolo da leggere, se ha elementi selezionabili troppo vicini tra loro o contenuti più grandi rispetto allo schermo.

Ottimizzazione on-page in ottica Local

La pagina di atterraggio corrispondente alle ricerche degli utenti avrà maggiori possibilità di posizionamento se il suo contenuto sarà pensato, studiato e prodotto per comunicare al motore di ricerca che si tratta di un’attività locale e qual è l’area alla quale si rivolge. In questo caso i tag della pagina andranno ottimizzati andando a pensare quali siano i termini di ricerca degli utenti, andando magari a puntare su parole chiave più lunghe che intercettino utenti che sono interessati a particolari caratteristiche o servizi. Un esempio di tag title per un hotel di Napoli con camere vicino ai principali punti di collegamento con le Isole del golfo potrebbe quindi essere Hotel Napoli vicino al porto al posto del solito Hotel Napoli.

Nel testo della pagina sarà quindi importante inserire tutte le parole chiave che riflettano ricerche specifiche.

Ottimizzazione scheda My Business

La scheda Google My Business è un altro elemento che va a comunicare ai motori di ricerca, in primis Google, il luogo in cui viene esercitata una attività. Per creare una buona scheda My Business, ottimizzata in ottica SEO è importante:

  • Inserire il cosiddetto NAP (Name, Adress, Phone Number) e che questo sia corrispondente a quello del sito
  • Scegliere categoria attinente
  • Caricare foto di alta qualità
  • Curare le recensioni e rispondere alle domande

Iscrizione alle directory locali e OTA

Online sono presenti molti database che raccolgono informazioni sulle attività locali. L’iscrizione a queste ultime è solitamente gratuita ed è un modo per comunicare a Google il carattere locale del business. Inserire il proprio sito web, inoltre, costituisce un’operazione di link building a tutti gli effetti. Quando si crea la scheda della propria attività all’interno di una directory è importante inserire anche una descrizione SEO oriented e scegliere campi di attività affini. In questo modo il motore di ricerca troverà informazioni coerenti online e identificherà con maggiore facilità i servizi offerti. La directory più famosa in Italia è Paginegialle.it.

Per il posizionamento per le ricerche locali nell’ambito del turismo e dei viaggi Google prende in considerazione per il fattore di evidenza anche link ricevuti dalle OTA, le Online Travel Agency; tra le più celebri Booking.com, Airbnb ed Expedia.

Come creare un sito web? Oggi la presenza online è importante per aziende di tutte le dimensioni e operanti in quasi tutti i settori. Eppure, pur essendo necessaria la presenza online per chi ha un’attività imprenditoriale, la sola creazione di un sito spesso non basta a segnare il successo di un business. Insomma, creare un sito non basta, occorre crearlo bene!

Ecco i 10 step da seguire

1) Partire da un’idea originale

Come per ogni attività offline, anche per quelle online è importante partire con il piede giusto, e quindi con un’idea originale, non banale, anche già vista, volendo, ma gestita da un punto di vista nuovo.

2) Analizzare la concorrenza

Una volta trovata l’idea di business e quindi la nicchia di mercato in cui porsi, parte naturale girarsi intorno e analizzare i nostri potenziali concorrenti, individuarne i punti di forza e i punti di debolezza, per eguagliarli nei primi e superarli nei secondi.

3) Scegliere il dominio e l’estensione

Terzo step: scelta del dominio e dell’estensione! Il dominio dovrà essere abbastanza breve e semplice da ricordare, in genere corrisponde alla ragione sociale dell’impresa. Per quanto riguarda l’estensione la scelta è abbastanza vasta: .com per un sito web commerciale che opera su mercati nazionali e internazionali, .it per privati o aziende europee che vogliano marcare il legame con l’Italia, .net in genere usato da privati o aziende quando il .com non è più disponibile, .org per le organizzazioni senza scopo di lucro, . us per tutte le aziende che hanno sede negli Usa.

4) Scegliere l’hosting

Dalla scelta dell’hosting dipende la velocità di navigazione del sito web e l’efficienza dei tecnici nel risolvere eventuali problemi

5) Scegliere la tecnologia di progettazione

Una volta scelto l’hosting bisognerà scegliere la tecnologia con cui si vorrà operare, come per esempio WordPress o Joomla. Entrambi sono ottimi CMS, WordPress è più intuibile e facile da usare, leggero veloce e altamente personalizzabile. Joomla totalmente responsive e ricco di componenti per qualsiasi tipo di esigenza.

6) Strutturare il layout e i colori

Fatto ciò si passa alla realizzazione materiale del sito, definendone il layout, chiaro e semplice da usare, e i colori, sempre meglio sul bianco.

7) Pensare per ogni tipo di utente

Il consiglio è sempre lo stesso per il successo sia di un business online che offline: conoscere l’utente, capirlo e soddisfarne al meglio le esigenze.

8 ) Navigazione da mobile

attualmente una percentuale molto elevata di visitatori giungono sul nostro sito da mobile quindi è consigliabile che il sito sia mobile friendly, come direbbe Google, cioè ottimizzato per la navigazione da smartphone, anche perché sembra che Google penalizzi i siti che non lo sono.

9) Creare contenuti di valore

I contenuti di qualità piacciono tanto a Google che li premia con ottime posizioni sui motori di ricerca, dunque forza a scrivere!

10) Creare una community sui social network

Una volta messo online il sito, sarà necessario creare una adeguata community sui social network, creare dunque un profilo facebook, twitter, google plus e instagram a seconda del tipo di mercato in cui si opera e cercare con adeguate strategie di social medi amarketing di creare consenso e coinvolgimento nell’utente.

Ecco qua, in men che non si dica, in soli 10 passi il vostro sito è cresciuto ed è pronto a muovere i primi passi!

Passiamo ore del nostro lavoro a realizzare siti gradevoli graficamente, facilmente utilizzabili, chiari, ottimizzati per le keyword principali con testo curato e approfondito nei minimi dettagli, e cos’è che non va? Le vendite non aumentano, i video non vengono visti, i file non vengono scaricati! Insomma la landing page non converte!

Le landing page non sono altro che delle pagine di atterraggio, ottimizzate per una specifica parola chiave per attrarre i motori di ricerca e conquistare un discreto se non buon posizionamento. E’ ovvio che le landing page che funzionano sono quelle che convertono, cioè generano contatti, visite o vendite. Ma non sempre ciò succede con facilità.

Per scoprire quali sono le landing page che funzionano occorre considerare alcuni pochi ma importanti punti che, uniti a molti altri fattori da tenere comunque sempre in considerazione, possono aiutare chi lavora nel web marketing a trasformare delle semplici pagine di atterraggio che il visitatore raggiunge cliccando su un link in landing page che convertono.

  • Fissare la call to action

La prima cosa da fare è decidere l’azione intorno alla quale la landing deve ruotare! Insomma bisogna decidere cosa vogliamo che l’utente facci auna volta atterrato sulla pagina. Vogliamo che acquisti? Che provi gratis un servizio o prodotto? Che si iscriva alla nostra newsletter? ebbene una volta decisa l’action principale bisogna sviluppare l’intera landing su di essa. il contenuto, la grafica, ogni singolo elemento dovrà invogliare l’utente a compiere quell’azione.

  • Puntare sull’urgenza e la convenienza

Qualsiasi sia l’azione che vogliamo ottenere, bisogna creare uno slogan che dia al tempo stesso il senso di urgenza ma anche di convenienza.

  • Grafica pulita e responsive

La landing deve essere responsive per poter catturare l’attenzione degli utenti che navigano sui più svariati dispositivi, e possibilmente con sfondo bianco o comunque tale da rendere facile la lettura.

  • Contenuto conciso

Il contenuto dovrà essere conciso e esaustivo, un breve elenco delle caratteristiche principali del vostro prodotto o servizio, accompagnato dai benefici di cui l’utente potrà godere compiendo l’azione che gli viene proposta, o anche solo cosa si perde non compiendo l’azione.

  • Un occhio ai giudizi altrui

Non focalizzarsi solo sul prodotto/servizio ma anche sull’esperienza di altri clienti, le menzioni della stampa, le recensioni di terzi.

  • Evitare link fuorvianti

Evitare qualsiasi link poco coerente con la call to action che potrebbero distogliere l’attenzione dell’obiettivo che vogliamo ottenere.

  • Aggiornamento costante

Aggiorna spesso la landing page e non abbandonarla sul web in balìa del tempo.

  • Evitare i pop-up

È altamente sconsigliabile il ricorso a metodi aggressivi quali quello del pop-up che potremmo addirittura considerare controproducente.

Il 2014 è da poco giunto al termine e siamo tutti rivolti a quelle che saranno le principali tendenze del marketing digitale di questo nuovissimo 2015.

Secondo uno studio americano il content marketing si riconferma per il terzo anno consecutivo la tecnica di marketing digitale con il maggior impatto commerciale, mentre scendono leggermente il mobile marketing e il social media marketing in quarta e quinta posizione.

Quali sono le principali tecnologie da utilizzare nel 2015?

Tra le tante tecnologie meritevoli di menzione, elenchiamone alcune già conosciute che sicuramente manterranno alte le loro potenzialità, ed altre nuove che probabilmente conquisteranno il mercato.

  • Remarketing

In primo luogo bisogna ovviamente curare i contenuti e personalizzarli, ma ciò non basta, sarà bene non sottovalutare le potenzialità del remarketing. Con il remarketing si potranno raggiungere gli utenti che hanno visitatoo il proprio sito web con annunci pubblicitari personalizzati in base alle sezioni del sito che essi hanno visitato.

  • Hootsuite

Altrettanto importante è distribuire in modo adeguato un contenuto di qualità. Per fare ciò è possibile ricorrere ad appositi strumenti come Hootsuite che permettono un maggior controllo e una maggiore organizzazione della distribuzione dei contenuti. Hootsuite è una piattaforma volta a condividere con un unico click i propri contenuti su tutti i social network senza l’installazione di un software in quanto gestito online tramite il broswer.

  • Adroll

Se Hootsuite può facilitare la condivisione, Adroll può agevolarne la promozione! AdRoll, infatti, offre un servizio per la creazione di annunci Facebook. Basta creare un account e con un’ interfaccia davvero molto intuitiva e semplice da utilizzare, sarà possibile monitorare gli annunci e capire se la campagna sta ottenendo buoni risultati.

  • Google Analytics

Servizio gratuito di Google che consente di analizzare dettagliatamente le statistiche dei visitatori di google. E’ il servizio più usato sul web e in grado di monitorare i visitatori provenienti da tutte le fonti, come motori di ricerca ma anche campagne a pagamento, pay per clik ed e-mail marketing.

  • Web Master Tools

E’ un servizio che permette di controllare e ottimizzare lo stato di indicizzazione delle pagine web da Google e offre una vasta gamma di funzionalità. Strumento essenziale per chiunque operi nel settore, web master tool si riconfermerà di cruciale importanza anche per il prossimo anno, e probabilmente per tanti altri.

  • Realtà aumentata e Google Glass

Per realtà aumentata si intende la percezione sensoriale umana arricchita da informazioni, di solito manipolate attraverso la tecnologia elettronica, che non sono normalmente percepibili attraverso i soli cinque sensi. I Google Glass ci permetteranno di raccogliere informazioni riguardanti le nostre amicizie sui vari social network, riguardo la realtà che ci circonda come previsioni meteo eventuali informazioni su mezzi pubblici o traffico, indicazioni stradali grazie ai servizi google maps, e tante altre informazioni.

Spesso le aziende non sono disposte ad investire sui social network, perché non credono nel loro rendimento in termini monetari.

Sarà difficile da credere ma invece i social possono rendere molti soldi se utilizzati nel modo giusto.

Il primo trucco è usare la creatività! Sia nel caso di un semplice post che di una più complessa campagna, gran parte del successo dipende dalla creatività del progetto. La creatività serve per attirare l’utente e portarlo sul sito, ma non finisce qua! E’ vero che poche volte queste visite si trasformano poi in un acquisto diretto.

Tuttavia, se questi stessi visitatori tornano il giorno dopo o due settimane dopo sul sito e decidono di fare un acquisto, non sarebbe tale acquisto per il cliente un rendimento per l’azienda generato dal social network?

Ebbene sì, i social possono generare dei ritorni economici. Ciò che conta è trovare una strategia per misurare il ritorno dei social media sugli investimenti (ROI).

Perché misurare il ROI?

Il ROI è la prova che le attività di marketing che state svolgendo sono più o meno utili. E’ importante misurarlo per capire se la strategia adottata è giusta, se occorre proseguire in una certa direzione o è meglio apportare dei cambiamenti. Un’azienda calcola regolarmente il suo ritorno sugli investimenti ma nel mondo del web, bisognerà tener conto di fattori estranei alla realtà offline che ora andremo ad analizzare.

 Vediamo i quattro passi per una efficace misurazione del ROI.

  • Impostare una Social Media Strategy

Il ROI può essere misurato in diversi modi: attraverso acquisizione di nuovi clienti, lead generation, i click, le entrate ecc. Tutto dipende dagli obiettivi che si vogliono raggiungere. Prima di poter monitorare e misurare il ROI, è necessario fissare gli obiettivi in modo da sapere quali sono i fattori da prendere in considerazione. Se l’obiettivo è acquisire nuovi clienti o generare un aumento della domanda, il ROI si misurerà in base al numero di richieste di informazioni, di appuntamenti o anche di preventivo.

  • Scegliere le piattaforme giuste

Gli obiettivi di social media e le strategie conseguenti devono essere allineati con le piattaforme utilizzate. Alcune categorie di utenti si trovano principalmente su Twitter, altre su Facebook, Pinterest o Instagram. Bisogna capire dove il proprio pubblico trascorre il suo tempo per avere successo.

  • Monitorare le campagne

È necessario tenere traccia del tempo trascorso, del costo degli annunci, delle campagne effettuate. Per fare ciò esistono una serie di strumenti come Socialbakers, HootSuite (che non è solo per la programmazione), Social Mention (che consente di monitorare il sentimento, tra le altre cose) e bitly (che consente di personalizzare i link accorciati in modo da poter tenere traccia di tutto ciò che si condivide). Bisogna poi determinare i risultati di ogni attività svolta ricorrendo a strumenti come Google Analytics oppure UberVU.

  • Verifica dei risultati

Una volta raccolti tutti i dati statistici visti sopra, è possibile calcolare il ROI e determinare quanti risultati sono stati raggiunti per ogni risorsa impiegata così da capire che cosa ha funzionato e cosa no.

Come si misura il social media ROI con Google Analytics?

Google Analytics è uno degli strumenti di google più utile qualora si voglia determinare il social media ROI. La sua utilità deriva prima di tutto dalla sua capacità di identificare un utente che visita il sito da un social network nella sezione Acquisizione > Canali > Social. In questa sezione possiamo sapere quanti utenti sono giunti sul sito tramite ogni singolo social network (facebook, google plus ect).

La prima cosa da fare sarà segmentare questi utenti in base ai nostri interessi. Cliccando sul tasto “Aggiungi un segmento” in alto a destra sarà possibile evidenziare chi tra gli utenti giunti sul sito tramite il social ha eseguito una certa azione, per esempio “Ha effettuato un acquisto” oppure “Ha effettuato una conversione” o “Si è collegato da smartphone” ect. Selezioneremo il segmento che più ci interessa cliccando poi il tasto “Applica”. Ipotizziamo di aver scelto il segmento “Ha effettuato un acquisto”, a questo punto possiamo vedere quanti degli utenti giunti sul sito da facebook o da google plus o da twitter hanno acquistato.

A questo punto occorrerà raccogliere i dati che Google Analytics ci mette a disposizione, confrontarli con gli obiettivi che ci siamo prefissati e calcolare il ROI.

Qual è la formula per calcolare il social media ROI?

Il ROI non è altro che il ritorno di un investimento, non è altro che un acronimo per indicare la formula tradizionalmente usata per calcolare la profittabilità del capitale investito. E’ un indice di bilancio utilizzato normalmente da un’azienda e prettamente finanziario composto dal profitto lordo meno il costo dell’investimento al numeratore e il costo dell’investimento al denominatore.

Se il nostro obiettivo è sapere quanti acquisti sono stati effettuati tramite facebook, il ritorno sull’investimento dovrà essere così calcolato: acquisti effettuati dagli utenti giunti da facebook (individuabili con google analytics) meno costo dell’investimento (quanto abbiamo speso per promuovere il post su facebook)/ costo dell’investimento.

Voi invece quali strumenti e report trovate più utili?

Oggi si parla molto dell’inbound marketing, una nuova frontiera della comunicazione e un nuovo modo di fare marketing. Per poter realizzare un’adeguata strategia di inbound marketing occorre in primo luogo rispettare la più classica delle regole: riuscire ad intercettare i bisogni dei propri clienti, meglio ancora le domande per cui il web non ha ad oggi ottenuto una risposta soddisfacente. Cogliere un bisogno del nostro target di riferimento non soddisfatto da altri contenuti sul web può permetterci di raggiungere ottimi risultati. Il centro è ancora il cliente, ma non siamo noi a trovare lui, ma lui a venire da noi.

Inbound Marketing cos’è

L’ inbound marketing è il marketing che conquista l’utente con contenuti interessanti e utili creati appositamente per rispondere ai suoi desideri.
E’ un tipo di marketing incentrato sull’outside-in, cioè sull’essere trovati e non viceversa come avveniva nel marketing tradizionale.
Una peculiarità dell’inbound marketing è la multicanalità. Per farsi trovare dai clienti bisogna essere presenti sui canali che essi maggiormente usano Essi, dunque, cambieranno a seconda del tipo di business svolto.

Inbound Marketing alcuni punti cardine

E dunque come spingiamo il cliente a trovarci?

Tra i punti cardine dell’inbound marketing potremmo individuare:

  • I contenuti

Content is king, per una buona riuscita della strategia di inbound marketing occorrerà sviluppare contenuti validi, interessanti, utili, in grado di attirare, convertire e fidelizzare il cliente. Questi contenuti dovranno anche essere google friendly, cioè devono tener conto della grammatica utilizzata dai motori di ricerca, semplice, lineare e senza troppe metafore. In genere il miglior modo per attrarre i clienti è la realizzazione di un blog creato e curato per quel determinato target di riferimento.

  • La seo

Ogni cliente inizia la sua ricerca sul motore di ricerca online utilizzando determinate parole, per questo è essenziale che i contenuti realizzati vengano visualizzati dal cliente tra i risultati di ricerca di google quando si cercheranno le parole chiave del business di interesse. La scelta di queste parole diventa dunque fondamentale. Una volta individuate bisognerà ottimizzare per esse i contenuti del sito e creare anche nuovi contenuti affini

  • I social media

Con i social sarà possibile diffondere i contenuti di maggior valore e creare una forte interazione con l’utente finale. Poiché difficilmente si possono curare tutti i social contemporaneamente sarebbe meglio scegliere quelli dove il proprio target è più presente.

Partendo da una buona strategia seo e da contenuti di qualità e proseguendo con un’adeguata diffusione di essi sui social, piccole realtà possono riuscire ad aumentare il valore del proprio brand nella loro nicchia di mercato e ad incrementare i contatti e la redditività, per questo e tanto altro l’inbound marketing si è rilevato oggi un utilissimo strumento.

L’evoluzione tecnologica ha sempre influito sulle modalità di marketing e oggi, momento in cui la stragrande maggioranza di persone possiede e utilizza uno smartphone, nasce l’iBeacon.

La tecnologia iBeacon rappresenta la perfetta fusione tra il marketing di prossimità e il mobile marketing. Utilizzando questa innovativa strategia di marketing è possibile inviare messaggi promozionali su potenziali clienti, nel momento in cui essi passano vicino il punto commerciale.

Funzionamento dell’iBeacon

L’I-Beacon è un piccolo dispositivo che viene applicato all’interno dell’attività che vuole intraprendere questa particolare azione di marketing di prossimità. Gli utenti, una volta scaricata e installata una precisa app, mettono in contatto il proprio smartphone con questo dispositivo.

Attraverso l’utilizzo del bluetooth, l’ibeacon è in grado di inviare notifiche e messaggi sugli smartphone nel raggio anche di 70 metri. La tipologia e il contenuto della notifica sono completamente personalizzabili in relazione alla varietà di reazioni che si desidera generare.

È facile intuire che questa nuova tecnologia può rappresentare una svolta importante nelle modalità di fare comunicazione in ogni settore. Centri commerciali, musei, piccole e medie imprese, società pubbliche, il “mobile marketing di prossimità” può essere studiato e realizzato per qualsiasi tipologia d’impresa.

I Musei Civici di Palazzo Farnese

I Musei Civici di Palazzo Farnese rappresentano il primo museo italiano (il 5 in Europa) ad aver sviluppato un’app che sfrutta la tecnologia iBeacon.
IMApp è l’applicazione grazie alla quale è possibile visionare la mappa museo, ma anche le informazioni delle opere presenti al suo interno. Quando lo smartphone si trova nei pressi di una precisa opera, una notifica multimediale contenente le informazioni viene inviata sul device.

Il vantaggio principale legato all’utilizzo della tecnologia ibeacon e dell’applicazione IMApp è rappresentato dai costi di gestione. Non occorre sostenere alcuna spesa di manutenzione dell’hardware, ogni contenuto abbinato ad ogni singolo beacon è aggiornabile e modificabile in completa autonomia

Potenzialità “comunicative” dell’iBeacon

I Musei Civici di Palazzo Farnese rappresentano solo un esempio di come sfruttare questa innovativa tecnologia. La nuova modalità di “marketing di prossimità” legato al mobile marketing è indicato per qualsiasi tipologia d’impresa grazie al alto grado di personalizzazione

La tecnologia è in continua evoluzione e il marketing la sfrutta per evolversi di conseguenza.

La formazione web marketing è fondamentale, in particolar modo per le aziende Retail.

Gennaro Guida, CEO e Manager Estensa e docente alla BMT Training, in questo articolo vi fornirà 10 motivi fondamentali per cui ritiene che sia necessario per le aziende, formare i propri collaboratori.

1. È importante conoscere le opportunità del digital marketing.

Cosa ancor più importante è conoscere i mezzi e capire le strategie da applicare per ognuno di essi.

2. È necessario tuttavia misurare il successo delle iniziative on-line. Infatti, in media il 30-40% delle spese di marketing digitale è inefficace e può essere analizzato attraverso le campagne A/B test.

Le campagne A/B test consentono di scoprire ciò che funziona in una campagna di email marketing e ciò che invece non riesce a portare i risultati sperati. Consente quindi di “aggiustare il tiro” della comunicazione lì dove la campagna non ha portato i risultati sperati.

3. Sempre più consumer trovano prodotti e brand online attraverso i motori di ricerca.

Per essere competitivi e facilmente trovabili dai nostri utenti target sui motori di ricerca, bisogna studiare attentamente l’andamento delle parole chiave utilizzate quando questi ultimi effettuano una ricerca sul web ed ottenere informazioni su tendenze e termini di ricerca sui prodotti.

4. Il sito web va progettato per i propri utenti: usabilità, contenuti, invito alle azioni.

Seppur oggi le strategie di digital marketing soprattutto offsite siano importanti e vadano utilizzate sinergicamente, è pur vero che il sito web aziendale mantiene la sua importanza, anche e soprattutto alla luce dell’avvento di smartphone e tablet.

La navigazione mobile impone una visualizzazione del sito web differente: molto più veloce e responsive.

Inoltre è importante conoscere ed applicare le regole SEO on-page ed off-page utili a posizionare il sito nei motori di ricerca.

5. Ottenere i massimi risultati dai budget stabiliti.

Una volta stabilito il budget, bisogna monitorare, analizzare ed ottimizzare costantemente le campagne Search engine marketing per migliorare il ROI.

6. Dialogare attraverso un blog creando contenuti multimediali.

Costruire un’attività di blogging dove gli articoli pubblicati forniscono risposte alle domande più comuni dei clienti invitandoli all’azione (Call To Action).

7. Creare le conversazioni intorno al brand ed ai prodotti attraverso i Social Media.

L’obiettivo principale delle attività di Social Media Marketing, attraverso i social network, è quello di creare “conversazioni” con gli utenti/consumatori: sfruttare un luogo virtuale per instaurare un rapporto di comunicazione e scambio con i propri clienti, abilitando una vera e propria relazione che riduca, la distanza percepita fra azienda stessa e consumatore.

Facebook, Twitter, Instagram, Pinterest,  Google+, tutti i canali social vanno utilizzati secondo la strategia più idonea.

8. Convertire il traffico di visitatori web in lead e trasformarli in business.

Creare sempre iniziative ed offerte che spingono alle azioni (CTA) e generano le conversioni.

9. È importante coltivare i contatti attraverso l’email marketing.

Il Direct Email Marketing è efficace in quanto consente di spedire newsletter mirate e pertinenti nonché monitorare i risultati attraverso dettagliati report.

10. È indispensabile essere compatibili ed interagire su tutte le piattaforme mobile.

Tutti gli strumenti del mobile vanno utilizzati per una strategia di web marketing che coniughi perfettamente l’online con l’offline.

– responsive web design
– mobile local search
– qr-code / nfc
– couponing
– apps ios, android

Di questo ed altro ancora si parlerà durante la BMT Napoli Training in programma a Napoli dal 4 al 6 Aprile durante la Borsa Mediterranea del Turismo.

 

Il Corso di Social Media Content Marketing si propone di fornire gli strumenti strategici per la creazione di un piano di Social Media Content Marketing orientato agli utenti.

Destinatari del corso

Il Corso di Social Media Content Marketing si rivolge ai professionisti di Marketing e della Comunicazione che operano all’interno delle imprese, delle organizzazioni o delle agenzie di comunicazione tradizionali e digitali.
Si rivolge in particolare alle seguenti figure professionali: Social Media Specialist, Marketing Manager, Consulente di Marketing, Strategic Planner, Media Planner, Content Specialist.

Requisiti minimi

E richiesta una competenza di base sulle principali piattaforme di Social Media e sui temi della comunicazione sul Web

Programma
Introduzione al Content Marketing
Il Content Marketing all’interno della Social Media Strategy
Le fasi di una strategia di Content Marketing
Strategie di profilazione
Le strategie per la creazione del valore
La definizione della Content Strategy
User Generated Content
Introduzione alla Content Curation
La progettazione e l’ottimizzazione dei contenuti
Il Piano di Contenuti
La valutazione del piano di Content Marketing

Il Docente

Maurizio Goetz – E’ stato un pioniere del Web Marketing in Italia e della comunicazione interattiva sulle piattaforme digitali (internet, mobile, televisione digitale). Docente in diversi corsi di specializzazione sui temi del Marketing Digitale, è membro del Comitato Scientifico del Master in Social Media Marketing dello IULM, è attualmente partner dello Studio di Consulenza del Gruppo CSE-CRESCENDO e Amministratore Unico della società Danubio. Consulta il CV su Linkedin

Data del Corso: Lunedi 9 dicembre 2013 – h. 15 – 19
Durata del corso: 4 ore di lezione
Materiale rilasciato: dispense relative al corso in formato pdf
Sede del corso: Estensa, in via Vincenzo Mosca 4 Napoli.
Costo del corso: 150 € + IVA

info: https://www.estensa.it/formazione/corso-di-social-media-content-marketing

Far parlare di se non presuppone necessariamente dover destinare budget ingenti alla pubblicità o al marketing, ma saper “seminare” in modo intelligente notizie, curiosità e conversazioni.

Seeding Marketing diventa la risposta online all’esigenza di diffondere contenuti interessanti e promuovere, direttamente o indirettamente, se stessi, il proprio brand, i propri prodotti e/o servizi, presso un target ben identificato e fortemente motivato a generare altri contenuti pertinenti e coerenti.

Non solo blog, ma anche i Social Media bene si prestano alla diffusione di contenuti dei quali gli utenti possono scrivere.

Si intuisce quindi la centralità del target, che diventa importante e, in questa ottica, principale veicolo della comunicazione.

Per sviluppare una strategia di Seeding Marketing efficace bisogna quindi individuare il target o la community da aggredire; proporre contenuti pertinenti, interessanti, stimolanti , in linea con le conversazioni generate dal target di riferimento e, non meno importante, controllarne costantemente le conversazioni.